SOS Femminile

Quello della presenza delle donne nei ruoli di comando e nel mondo del lavoro è da tempo un argomento di dibattito.

Lo è soprattutto in questo preciso periodo storico che vede le donne, complice la pandemia, le più colpite dai licenziamenti.

Dalle affermazioni di Barbero – per lo più mal interpretate – alla deprimente puntata a Porta a Porta ogni giorno si scatenano reazioni scomposte e dibattiti più o meno accesi, senza però apportare grandi novità rispetto al problema reale, quello dell’assenza del sesso femminile nei ruoli apicali del nostro Paese e più in generale di un ruolo estremamente marginale nel mondo lavorativo.

Dopo aver letto un articolo de L’Essenziale sulla scarsa presenza di statue femminili nelle città italiane, ho provato anche io a fare una piccola analisi statistica per quanto riguarda Siena. Ovviamente non sulle statue, in quanto nella nostra città quelle dedicate a personaggi realmente esistiti sono decisamente poche. Bensì sui ruoli.

Partiamo dalla carica più importante della città, il Sindaco: Siena non ne ha mai avuto uno di sesso femminile.
Dal 1993, anno in cui si elegge direttamente il Sindaco di ogni comune, nelle sette tornate elettorali amministrative solo tre donne si sono candidate: Erasia Belardi (sinistra, 1993), Laura Vigni (sinistra, 2011 e 2013) e Nadia Maggi (civica, 2018). Il miglior risultato è stato di Laura Vigni, con 2999 voti (10.29%) nel primo turno 2013.
Mentre le assessore sono state 23, in un rapporto quasi costante di disparità decrescente (si va da una assessora, su otto, nel 1993 a cinque su nove nel 2013), solo Anna Carli ha ricoperto la carica di vice sindaco, dal 1993 al 2001.

In provincia, su 35 comuni, solamente due sono a guida femminile: Chiusdino con Luciana Bartoletti e San Casciano dei Bagni con Agnese Carletti, rispettivamente la più anziana e la più giovane dei sindaci della provincia senese.

In ambito accademico nessuna donna hai mai ricoperto la carica di Rettore dell’Università di Siena – oggi è Pro Rettore la prof.ssa Sonia Carmignani -, mentre la prof.ssa Monica Barni, prima di diventare assessore regionale, è stata l’unica ad aver ricoperto il ruolo di Rettore dell’Università per Stranieri di Siena dal 2013 al 2015.

Per soli otto mesi invece – dal settembre 2013 al maggio 2014 – la manager Antonella Mansi ha guidato la Fondazione MPS, che esiste dal 1995; attualmente in Deputazione generale siedono sei donne su quattordici, una su cinque in quella Amministrativa.
Fino all’entrata del Ministero dell’Economia nelle quote di maggioranza, in vigore ancora oggi, nessuna donna aveva mai guidato la Banca MPS. Oggi è Presidente Maria Patrizia Grieco.

Per quanto riguarda il Mangia, dal 1952 la massima onorificenza cittadina, sono sei i premi assegnati alle donne: Gianna Nannini (1985), Mary Bellini (1988), Margarita Sergardi Biringucci (1990), Margherita Zalaffi (1993), Sara Ferri (2011), Vittoria Doretti (2017).
Sei su settantacinque.

In ambito contradaiolo, dal dopoguerra, sono state dodici (su 250) le donne Capitano: Aquila: Vittoria Adami, 1984-85 / Bruco: Marcella Pascucci Pepi, 1966-69 / Drago: Kinda Barzellotti, 1962-64 / Leocorno: Carla Placidi Mazzarosa, 1948-58 / Nicchio: Sobilia Palmieri Nuti, 1947-1951; Lucia Cioni, 1978-83 / Pantera: Cynthia Wood, 1967; Aurora Cialfi, 1980-85 / Selva: Vittoria Bonelli Barabino, 1964-68 / Torre: Maria Pace Chigi Zondadari Misciattelli, 1952-68; Maria Aurora Misciattelli Paparozzi, Torre 2002-08 / Valdimontone: Anna Maria Befani, 1982-88.
Undici (su 229) invece le donne Priore: Aquila: Emilia Griccioli Brandolini d’Adda, 1970-77; Fiamma Cardini, 2013-2018 / Drago: Laura Bonelli 2012-17 / Giraffa: Laura Dinelli, 2009-14 / Istrice: Maria Grazia Testi, 1990-92; Nicoletta Fabio, 2011-2020 / Selva: Ginevra Chigi Zondadari Bonelli, 1966-69; Isabella Becchi, 1999-2004; Benedetta Mocenni, 2021 / Valdimontone: Lucia Cresti, 1994-99/2020; Anna Carli 2006-09.
La percentuale in entrambi i casi si attesta al 4.8%.
Nicoletta Fabio è stata anche l’unica donna Rettore del Magistrato delle Contrade.

Oggi, nel 2021, a Siena è un uomo il Sindaco, come il vicesindaco, come i Rettori delle due Università, come il Presidente della Fondazione MPS, il Rettore del Magistrato delle Contrade, il comandante della Polizia Municipale, il d.g. dell’Ospedale Le Scotte, il Presidente della Provincia, tutti i presidenti delle varie partecipate comunali e potremo andare avanti per molto ancora.
L’unica donna presente tra le autorità locali è la Prefetta Maria Forte. Ruolo, quello prefettizio che, come sappiamo, non dipende da scelte cittadine.

Leggendo questi dati, la conferma è che anche Siena, ahimè, sia in linea con l’andamento italiano e globale della scarsissima presenza delle donne nei ruoli apicali.

Siena è quindi una città maschilista e patriarcale?

La risposta a questa domanda è difficile, soprattutto perché è complesso confinare entro le mura di una città un modus vivendi come quello del predominio maschile in ambito lavorativo. Alcuni dati, come il sopracitato miglioramento nella composizione della giunta comunale oppure il fatto che a livello imprenditoriale la nostra comunità veda una partecipazione femminile sopra la media nazionale (24,3% contro 21,98%), potrebbero far intravedere degli spiragli di inversione di rotta.

Va però detto che a Siena la tendenza culturale di alcuni ambiti pone le donne in un secondo piano sistemico rispetto agli uomini.
Questo fattore, se non riusciamo a riequilibrarlo (se non quando a combatterlo, attraverso l’istruzione e l’educazione), va monitorato in modo costante perché il rischio è il contagio silenzioso e inconscio di altri aspetti della vita di tutti i giorni.

Ce lo possiamo permettere?

Sinceramente, vedendo come è stato ridotto il pianeta a guida esclusivamente maschile, sono fermamente convinto di no.