Patrimoni

In questa settimana si è molto parlato di “patrimoniale” in seguito ad una proposta di alcuni deputati della sinistra, primo fra tutti Fratoianni.

Premetto che non sono esperto in materia di economia, ma per capire che il livello di diseguaglianza sia arrivato a picchi mostruosi non c’è bisogno di tanti tecnicismi. Basta farsi un giro nel sito di Oxfam per capire quanto, complice le crisi 2008/2020 e anche un sistema che tende da sempre a premiare solo chi parte avvantaggiato, il rapporto di disuguaglianza sia aumentato vertiginosamente.

E, ovviamente, chi subisce di più questo status quo sono i giovani.

Non so se la proposta condotta da Fratoianni sia quella corretta o se sono migliori le proposte di Fabrizio Barca – tassazione su reddito di capitale, riforma catastale, ridisegno della tassa di successione (una delle più basse del mondo occidentale) -, certo è che il tempo per provare a correggere questo trend è sempre meno.

Il fatto però che la maggior parte dei partiti e dei media abbiano subito tirato su un muro di fronte alla possibilità di questa riforma – con risposte più o meno serie* – non è certamente un segnale positivo.

Ma ancor più negativo è il fatto che contrari a questa riforma siano tanti giovani che si presume sognino ancora un futuro roseo e temano di perdere quel poco di privilegi che hanno ereditato dalla famiglia.

[SPOILER: non accadrà]

Personalmente, questa illusione che la mia generazione starà meglio di quella precedente è già svanita da tempo. Spero se ne accorgano anche tanti altri miei coetanei, così forse un domani potremo dire che anche noi abbiamo provato a vivere in un mondo migliore di quello dei nostri genitori.


* La Santanchè, ad esempio, l’ha buttata in caciara, sostenendo che la nuova tassa colpirebbe il ceto medio – di cui si è fatta paladina pur non rientrandoci. Con molta probabilità la proposta andrebbe a colpire lei, per questo si è subito indispettita.

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