Black friday
Lo schema riportato qui sotto riassume abbastanza bene il mio pensiero sul Black Friday o sulla mia visione dello shopping: si compra quando c’è bisogno.

Articolo finito.
No, troppo facile. Anche perché a monte può risolvere qualcosa per me, ma per chi ci lavora in questi settori come la mettiamo?
Il capitalismo sta vivendo una fase difficile e molti, compreso il sottoscritto, si augurano una nuova stagione senza le disuguaglianze e senza il consumismo sfrenato che ci affliggono.
Non possiamo però attendere che arrivi una nuova forma di economia globale (perché potrebbero volerci 100 e passa anni). E dato che la stessa tassa per i colossi del web, a livello europeo*, è molto lontana (e non risolverebbe i problemi concorrenziali di questo monopolio), è doveroso studiare alternative valide.
Credo innanzitutto che sia necessario istituire una collaborazione fattiva fra le realtà commerciali e non della città. Il passo successivo è “crearla” questa rete. Come? Realizzando una piattaforma online in cui trovare tutto, e sottolineo tutto, quello che c’è in città: dal paio di scarpe, alle offerte gastronomiche agli spettacoli teatrali, passando per le categorie professionali.
Una sorta di Pagine Gialle/Agenda degli eventi, messi su un’app e su un website.
I post degli esercenti che dichiarano, legittimamente, quanto sia meglio comprare in negozio che sul web, purtroppo non riescono a sfondare la barriera della facilità con cui si può trovare lo stesso prodotto seduti sul divano di casa, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Allora tanto vale mettersi sullo stesso piano, offrendo però qualcosa in più, come un trasporto più rapido e a zero spese.
Ecco, il trasporto. Bergamo ha aperto una nuova strada interessante: un accordo con le Poste italiane, per un trasporto gratuito sotto gli acquisti di 40 euro, che supera in velocità Amazon, grazie anche la conoscenza decennale che le Poste hanno del territorio.
Siena poi avrebbe dalla sua un’arma importante per ridurre ove possibile la necessità dell’acquisto online globale (a meno che l’oggetto in questione sia introvabile in loco): il centro storico patrimonio Unesco. L’unicità della nostra realtà, con questo aumento vertiginoso dell’e-commerce (processo che la pandemia ha solamente accelerato), non può cadere preda del trasporto logistico, con furgoni che impazzano tutto il giorno per le nostre strade e con tutti i problemi ad esso collegati (smog, sicurezza stradale, ecc).
Una soluzione potrebbe essere allora quella di realizzare dei centri di smistamento per ogni quartiere dove il cittadino può andare a recuperare pacchi (entro un certo peso) che non fanno parte del circuito locale.
Proposte, è vero. Non so nemmeno quanto attuabili. Di certo, l’immobilismo che ci pervade non è migliore.
*Come riportato dall’economista on. Luigi Marattin (video), è l’Europa che in un mondo globalizzato può rendere utile una tassa del genere: il rischio che si corre applicandola solamente in Italia (il famoso sovranismo) è quello di una fuga delle aziende, con conseguente perdita di ricavi dalle imposte e anche di lavoro.
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